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La GSM al Maharaja Film Festival di Mumbai

Emozionante. Non ci sono molte altre parole per descrivere ciò che è andato in scena il 29 marzo a Mumbai, al Lata Mangeshkar Auditorium.
In occasione della cerimonia di premiazione del Maharaja Film Festival, Peter Paul, Sangeeta, e una piccola delegazione della GSM, hanno ritirato il Best Documentary Scripting Award assegnato a Out There.

Il docufilm, che in un anno ha ricevuto numerosi riconoscimenti in tutto il mondo, continua il suo incredibile percorso festivaliero in India. L’ultimo premio arriva proprio da Mumbai, dove Out There è in parte ambientato, raccontando i giorni del primo lockdown dal punto di vista di Peter e dei bambini della GSM.
Vibha, che nell’immagine in copertina ha in mano il trofeo, in videochiamata ha raccontato lo stupore di salire sul palco di fronte a una grande sala cinematografica gremita di persone: una grande festa, una cerimonia di quattro ore in cui proiezioni si sono alternate a canti e danze.
Dopo vent’anni di fraterna amicizia, di storie e vicende personali e corali, questo momento inaspettato ha rafforzato ulteriormente un legame già profondo e che abbraccia tutti coloro che dall’Italia supportano la missione da anni.
Grazie a tutti.

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Ancora premi per Out There: da Barcellona a Kathmandu

Out There, il film che racconta la Good Samaritan Mission e i bambini durante la pandemia, ha conquistato un prestigioso riconoscimento al 6° Nepal Cultural International Film Festival, che si è chiuso il primo febbraio. Premiato con il Best International Writer dalla giuria, il film ha avuto il merito di sollecitare l’interesse verso la GSM e la figura di Peter Paul Raj, durante le giornate di proiezione.

Non solo Nepal. Il 31 gennaio ad Out There era stato assegnato il premio come miglior documentario al 6° Star Film Festival di Barcellona.
In un anno sono 25 i riconoscimenti ottenuti tra cui, ricordiamo, miglior film per ragazzi al Bridge Fest di Vancouver, il Diamond Award al Midfield di Los Angeles, lo Special Jury Award all’Asia Film Festival, miglior documentario al Tabriz Cinema Awards in Iran.

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Out There, il film che ha tra i protagonisti Peter Paul e la GSM, a Ischia per l’anteprima italiana

Girato nella primavera 2020, durante il primo lockdown, ripensato per tre anni, chiuso definitivamente dopo lunga postproduzione nel gennaio 2024, il docufilm di Alessandro Leone Out There, dopo i primi lusinghieri passaggi in diversi festival internazionali, arriva finalmente in Italia, in occasione dell’Ischia Global Festival (7-14 luglio) nella sezione Docu is Beautiful.
In programma domenica 14, il film sarà in streaming, e per 72 ore, sulla piattaforma Mymovies One cliccando qui.

Il film è costruito su una serie di videochiamate e filmati realizzati con un equipaggiamento di fortuna nel confine dell’abitazione dell’autore. Sono finestre aperte su piccoli mondi: la comunità della Good Samaritan Mission, i nipoti e gli studenti del regista. Lo sguardo dei bambini sull’emergenza sanitaria, le angosce alimentate dal flusso di informazioni, si alternano alla cruda realtà dello slum e dei pochi superstiti in cerca di cibo nelle strade innaturalmente vuote ai margini delle stazioni nel cuore della megalopoli, dove non c’è più traccia di centinaia di street children.
Nato in emergenza – fatto di volti, voci, bambini e preadolescenti all’epoca mai ascoltati, dimenticati dall’informazione di massa
Out There è un film che racconta come il sentirsi vulnerabili possa spingere da un lato a cercare riparo e al tempo stesso a riparare qualcosa che si lacera.

Premiato in diversi festival internazionali – Miglior film per ragazzi al Bridge Fest di Vancouver; Miglior documentario al Tabriz Cinema Award in Iran e al David Film Festival in Turchia; Miglior montaggio al Tietê International Film Awards di San Paolo in Brasile (e finalista nell’evento finale di dicembre); Miglior film a tema pandemico al Washington DC International Cinema Festival (finalista anche qui all’evento di chiusura) – Out There ha ottenuto numerosi riconoscimenti proprio in India, il paese di Peter Paul Raj e della GSM (tra i protagonisti del docufilm). Dal Kerala al Tamil Nadu, da Calcutta allo stato del Maharashtra, che ha per capitale Mumbai, sono ben 14 i festival in cui il film è stato o sarà presentato in concorso nei prossimi mesi, aggiudicandosi fino ad ora altri sei premi.

Il prossimo evento sarà il 4 agosto, dove Out There verrà proiettato nella serata conclusiva del Roshani International Film Festival nella città di Aurangabad nel Maharashtra.

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Il Premio Sole d’Oro sorride a Frame Project

Il Natale si avvicina e anche il prossimo viaggio che porterà a Mumbai il nostro volontario Alessandro. Partenza 31 dicembre!

Il regalo più apprezzato arriva inaspettato dal CSV Insubria, che quest’anno ha assegnato il Premio Sole d’Oro per il volontariato ad Alessandro Leone, fondatore di Frame Project nel 2013, con Massimiliano Leone, Agnese Dal Chiele e Sabrina Verga, ovvero il primo Direttivo dell’Associazione.
Dopo dieci anni sono arrivati altri soci e lo stesso Direttivo si è allargato a Monica Battaglia, Maddalena Campello e Teresita Freddi. Ma soprattutto, la nostra ODV ha costruito sul territorio una rete di aiuti a supporto dell’attività di Peter Paul Raj in GSM.
Una costruzione per nulla semplice, ma alimentata da entusiasmo e dalla certezza di operare nel verso giusto e con obiettivi precisi: aiutare quanti più minori possibili a uscire dall’inferno delle stazioni e delle strade delle slum-area di Mumbai, per riscrivere un percorso di vita che pareva segnato alla nascita.
A tutte queste persone che ci affiancano come autentici compagni di viaggio dedichiamo il Premio e con loro condividiamo le nostre emozioni.

La cerimonia si è tenuta nella cornice del Salone Estense del Comune di Varese e ha visto altri volontari premiati per il loro impegno in ambiti diversi. Qualcuno ha trovato sorprendente la presenza di tanti giovani operatori del terzo settore. A noi invece stupisce poco, perché la stessa Frame è nata dall’iniziativa di individui di età diversa, ma accomunati da una sensibilità comune.
Sono tante le iniziative che l’Associazione ha potuto concretizzare attraverso il supporto di ragazzi giovanissimi, basti pensare agli studenti di Cantello nel periodo del lockdown, un piccolo comune prossimo al confine svizzero. Questa è la ricchezza di ogni progettualità: la possibilità di mettere vicine persone di età ed estrazione diversa con lo scopo di riparare, ognuno con le proprie possibilità, alle fratture sociali che, non solo a Mumbai (ma in questo momento e lì che ci stiamo concentrando), oltraggiano l’infanzia e mettono in pericolo i diritti fondamentali dei minori.

A Mumbai, in Good Samaritan Mission, i tempi sono difficili, nonostante l’India sia un’economia in crescita. L’allargamento di una struttura di accoglienza ha inciso tantissimo sulle spese già alte di gestione delle case e dei circa 80 ospiti (parliamo di 50.000 euro annui, tra spese scolastiche, mediche, quelle legate alle utenze, i pasti, le ristrutturazioni delle case, ecc.); il costo della vita si è impennato anche in quelle aree del mondo.
Pensare ai percorsi virtuosi dei bambini ospitati in questi anni è motivo di orgoglio, ma non mitiga l’amarezza di fronte alla maggioranza in attesa di un’occasione per uscire dalla triste realtà delle strade.

L’auspicio è che il Sole d’Oro che ha riconosciuto l’impegno di questi anni sia il viatico all’ampliamento della rete territoriale di aiuti e condivisione della nostra mission.

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A Peter Paul Raj il Mother Teresa International Award 2023

Lo aveva annunciato a luglio Peter Paul Raj, girandoci una lettera che gli era stata recapitata da New Delhi, dall’International Institute of Education & Management, e che notificava l’assegnazione di un prestigioso riconoscimento alla sua attività caritatevole al servizio dei poveri e dei bambini provenienti dagli slum e dagli snodi ferroviari di Mumbai.

Partito a fine settembre per la capitale indiana, il giorno 30, nel corso del seminario intitolato Education & Socio-Economic Development, il missionario fondatore della Good Samaritan Mission, ha ricevuto il Mother Teresa International Award 2023 e la Mother Teresa Gold Medal per – questa la motivazione – gli eccezionali risultati e lo straordinario ruolo nel campo dell’istruzione.

È un premio che riempie di orgoglio anche noi, che con Frame Project supportiamo il lavoro di Peter Paul e di chi lo affianca nelle case di accoglienza per bambini a Mumbai, nel quartiere di Vikhroli, a Kalyan, in Andra Pradesh, in Tamil Nadu. Un’associazione di volontariato, la nostra, che dieci anni fa ha sposato valori e finalità di Peter e ogni piccolo passo che ha permesso alla Good Samaritan Mission di crescere e di progettare percorsi che trasformano la vita di minori nati in zone svantaggiate, dove è difficile, se non impossibile, soddisfare i bisogni primari e i diritti sanciti dalla Convenzione ONU per tutelare l’infanzia.

Peter Paul Raj, originario del Tamil Nadu, nato in un paese all’estremo sud dell’India, consolidò la sua vocazione missionaria in età giovanile proprio a fianco di Madre Teresa, per poi “prestare servizio” partendo dalle strade affollate e pericolose di Mumbai, città di venti milioni di abitanti censiti, dove un numero imprecisato di bambini sopravvive sotto la soglia di povertà, senza tutele, in un dedalo di strade dove la violenza è all’ordine del giorno e l’istruzione un miraggio.

La Good Samaritan Mission da quasi trent’anni accoglie orfani e bambini scarsamente protetti dai genitori (disoccupati, prostitute, alcolizzati, semplicemente malati, spesso senza fissa dimora), avviandoli agli studi, viatico per una vita lontana dalle strazianti condizioni che hanno caratterizzato i primi anni delle loro fragili esistenze.
L’educazione prima di tutto, se possibile, frequentare la scuola almeno fino al dodicesimo anno standard (che equivarrebbe al nostro diploma), in alcuni casi, non è così raro, fino al quindicesimo, ovvero gli anni del college. Diplomi e lauree che specializzano e diventano garanzia di lavoro, di gratificazione, di affrancamento da quell’idea di marginalizzazione e sfruttamento che ancora segna la stragrande maggioranza della popolazione infantile dell’India e non solo.
L’impegno di Peter Paul e di tutta la Good Samaritan Mission è profuso per allargare il più possibile le strutture, per crearne di nuove, con progettualità che, attraverso risorse e aiuti di varia natura, possano ambire all’autonomia con il pensiero potente del singolo a servizio della comunità e una comunità a supporto del singolo. In India, in Italia, noi con loro.

Ancora complimenti a Peter Paul da tutti gli amici italiani che ne condividono l’impegno caritatevole e l’opera missionaria.

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A Peter Paul Raj un prestigioso riconoscimento

E’ arrivato a sorpresa la comunicazione che l’International Institute of Education & Management onorerà Peter Paul Raj, fondatore nel 1994 della Good Samaritan Mission, con l’Asia Pacific Achiever Award.

Gli verrà assegnato il premio, un certificato di eccellenza, per i risultati ottenuti nel suo campo di attività, ovvero la carità verso i poveri.
La cerimonia è programmata il 28 ottobre 2020 a Delhi, ma l’Istituto assegnerà i riconoscimenti attraverso collegamento Zoom, a distanza quindi, a causa dell’emergenza Covid-19.

Il prestigioso premio arriva dopo anni di attività e sacrifici, trent’anni se consideriamo il tempo formativo che Peter Paul ha passato vicino a Madre Teresa. Un impegno costante in cui alle tante gioie si sono alternati anche momenti difficili, non ultimo questa emergenza sanitaria che vede il missionario e i suoi ragazzi adolescenti in prima linea per sfamare i poverissimi che popolano le strade di Mumbai.

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La piccola Vibha ha cominciato a frequentare la scuola materna

Vibha, in divisa scolastica, all’entrata della scuola materna

Vibha, la più piccola ospite della Good Samaritan Mission, abbandonata in missione a soli due mesi il 15 ottobre del 2019 ha compiuto tre anni. Vera e propria mascotte dell’intera Silvano Niwas, adottata a tutti gli effetti da Mami Sangeeta, che da ventiquattro anni aiuta Peter Paul nella gestione delle case, Vibha ha indossato per la prima volta un’uniforme scolastica per frequentare ciò che in Italia corrisponde all’asilo. Come è possibile intravedere nella foto, i bambini la mattina entrano e prendono posti tra i banchi proprio come poi accade con il passaggio alla primaria.

Vibha è molto contenta della sua scuola, perché può fare attività pratiche, preparare piccole coreografie, giocare insieme ai coetanei, imparare la lingua ufficiale dello stato del Maharashtra, il marathi, oltre ad affinare l’hindi.
Vibha apprende con grande facilità, agevolata da un ambiente dove vivono adulti e ragazze grandi. Riesce per questo ad esprime in inglese semplici concetti. Infatti sia Peter Paul che Sangeeta le parlano costantemente in questa lingua così importante in India, consapevoli che in adolescenza sarà fondamentale per il suo percorso di studi.