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Dalla GSM

Gennaio 2025. Cronache di viaggio 3

Un picnic all’acquapark!

C’è una cosa che tutti i bambini ospiti della Good Samaritan Mission chiedono dopo due o tre giorni dall’arrivo di qualche intimo amico dall’Italia: “picnic?“. Per picnic intendono una gita in uno degli acquapark situati intorno a Mumbai, luoghi con piscine e scivoli del tutto simili a quelli che possiamo trovare nelle nostre località balneari e che, in India, sono svaghi per le classi sociali dalla middle in su.

La gita all’acquapark nella storia della GSM ha un origine lontana. La prima che ricordiamo risale ai primi anni 2000, quando il nostro socio Marco Mazzilli, all’epoca responsabile progetto India per l’associazione Aleimar di Melzo, aveva regalato ai circa 20 ospiti delle prime due case di Vikhroli una giornata divertente a bambini che una piscina non l’avevano mai vista. Quei bambini erano Payel, adesso responsabile con il marito Anand della Bal Niwas e madre di due splendide creature; Sonu e Poojta, sposati e genitori del piccolo Alex; il figlio di Sangeeta Vikhy e Pooja, anche loro sposati con un figlio (Emanuel); Gaurav, che nell’ashram di Kalyan riveste il ruolo di responsabile dei dieci ragazzini ospiti. Insomma, cambiano i bambini ma l’abitudine di andare in gita è rimasta, una sorta di regalo post-natalizio degli “zii” italiani, che non faticano a soddisfare la richiesta dei più piccini, magari di quelli che non ci sono mai stati, ma che hanno ricamato piccoli sogni acquatici sui racconti dei più grandi.

Va detto che la gita non è un appuntamento fisso, anzi. Mi è capitato spesso di andare a Mumbai nel mese di dicembre, in piena stagione fredda, che qui significa uno scarto di temperature che passa dai 13/14 gradi della notte ai 26/27 o qualcosa in più del primo pomeriggio. Ecco, a dicembre, ci abbiamo provato una volta, ma il risultato è stato quello di avere termometri sparsi per le case di accoglienza i giorni immediatamente successivi… Per questo Sangeeta ha proibito uscite prima di metà gennaio.
Ricordo ancora, era il 2015, quando mitigai la delusione con un’escursione sull’isola di Elephanta (vedi galleria foto alla fine di questo articolo): tutti euforici sul traghetto e poi i giochi con le scimmiette che popolano l’isola poco distante dalla città.

Quest’anno, la presenza di Dora del Gruppo Aleimar e una permanenza spostata nella seconda metà di gennaio, ha aperto la strada all’organizzazione della giornata.
Sabato 25 ci siamo alzati all’alba per prendere il treno delle 7 da Vikhroli verso Virar, zona a nord della megalopoli, non prima di aver caricato i 12 più piccoli nel pulmino della GSM con Uday alla guida. Ma a Mumbai le sorprese sono all’ordine del giorno: un guasto sulla rete ferroviaria ha bloccato la circolazione, così, in massa, circa 40 tra adulti e bambini, siamo scesi alla stazione di Dadar per intercettare una autobus di linea che potesse portarci a Bandra e, da Bandra, riprendere il treno per Virar. Divisi in due grupponi, dopo circa mezz’ora siamo riusciti a salire sull’autobus. Solo alle 11 siamo arrivati al Resort dove ci aspettava una ricca merenda che ha ridato energie a tutti.
Il tempo di un cambio veloce e le piscine si sono colorate con la presenza dei bambini e degli adolescenti della GSM, tutti rigorosamente vestiti, in conformità con l’Indian Style.

Le immagini parlano da sole, i giochi acquatici sono stati interrotti solo dal pranzo, anche questo compreso. Un paio di gruppi familiari esterni alla GSM ci hanno impedito di essere assoluti protagonisti della struttura. La giornata è terminata alle 16.30 con il chai offerto (il tipico the indiano con il latte). Un grosso sconto finale del gestore, che ormai conosce la missione, ci ha riportati prima su un autobus e poi sul treno per Vikhroli ancora più contenti. Come è possibile immaginare, sono bastati pochi minuti perché si chiudessero tutti gli occhi rossi di cloro dei nostri bambini.

Alessandro Leone

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Dalla GSM

Gennaio 2025. Cronache di viaggio 1

Da pochi giorni siamo arrivati in Good Samaritan Mission (GSM). Quest’anno con me ci sono Astrid, una nuova volontaria, e Dora, rappresentante del Gruppo Aleimar, associazione di Melzo che è stata tra le prime a sostenere l’opera di Peter Paul Raj a Mumbai.

L’impatto con Vikhroli, area metropolitana in cui ha sede la GSM, è più disorientante del solito. Il quartiere, che potremmo ormai definire una città nella città, è cresciuto ancora, soprattutto in altezza (vedi qui). I nuovi edifici di 40 piani adesso fanno ombra su quelli di 25, che già avevano modificato la skyline e ridotto l’esposizione al sole delle piccole abitazioni monofamiliari. Gli slums, che fino a qualche anno fa occupavano la quasi totalità della superficie, attraversati da anguste viuzze e separati in agglomerati da poche arterie trafficate e colorate da banchi frutta, chioschi e modesti negozietti, adesso appaiono come scarabocchi confusi nella prepotente verticalità della città che sale. È un conflitto estetico che attraversa l’occhio per arrivare al cervello. La sensazione di trovarsi di fronte a un cantiere in perenne evoluzione, ma che ha come unico scopo quello di modificare per sempre topografia e profilo sociale di Vikhroli, si trasforma in certezza dopo mezza giornata di osservazione e le prime spese al mercato rionale.
I ragazzi che vivono in missione, e poi Sangeeta, che da anni è una delle colonne della GSM, ci spiegano come la trasformazione voluta dal governo e finanziata da grandi corporazioni stia facendo selezione. Intere famiglie negli ultimi anni si sono spostate; il costo della vita, a cominciare dalle spese minute, sta diventando insostenibile. Crescono così altre aree slum più periferiche, per azione della pressione esercitata dal nuovo cemento che occupa quasi interamente il cuore di Vikhroli. Una riqualificazione che squalifica ancora una volta i più poveri, ridotti a spettatori del “miracolo indiano”, esclusi da beni e servizi non accessibili se non in rari casi.
La GSM sarà nuovamente interessata dalla trasformazione in corso, poiché dopo l’abbattimento della storica Mother House, quest’anno sarà il turno della Bal Niwas, casa che ad oggi ospita 13 bambini e gestita da Payel e Anand, cresciuti in missione e coniugi da un decennio. La casa, che qualche anno fa volevamo ristrutturare dalle fondamenta, come la Silvano Niwas nel 2018, è stata solo parzialmente sottoposta a pochi lavori di mantenimento, dato che ad aprile i suoi ospiti dovranno lasciare l’edificio: arriveranno le ruspe e l’intero isolato verrà demolito, nel giro di due anni sorgerà un nuovo palazzo di 30 piani.
Alle missione verranno garantiti 4 appartamenti del primo piano, similmente a quanto accadde dopo la perdita della Mother House. I bambini troveranno temporanea sistemazione presso le altre strutture della GSM: qualcuno a Vikhroli, i più grandi nella casa di Kalyan, nell’estrema periferia a nord-est, a circa un’ora di strada.

Alessandro Leone

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Dalla GSM

La stagione delle piogge e i bambini della GSm

Quando da noi il caldo estivo si fa insopportabile e nel sud Italia le precipitazioni scarseggiano – mai come quest’anno – mettendo in ginocchio intere regioni, in India l’acqua si riversa abbondante per tre mesi su città e campagne. E’ la stagione monsonica, la rainy season, che quest’anno ha scaricato – fino ad oggi- tanta pioggia da causare allagamenti che hanno messo in difficoltà per giorni la viabilità automobilistica nelle città e la rete ferroviaria. In megalopoli come Mumbai alcune attività ne hanno risentito, ma chi ha davvero subito, come ogni anno, è una vasta fascia di popolazione che vive in baracche di fortuna a bordo strada o in aree slum poverissime. Il flusso violento delle acque infatti porta verso il mare enormi quantità di spazzatura e costringono i più poveri tra i poveri a spostamenti verso zone collinari.

In GSM, dopo i lavori di ristrutturazione della casa delle ragazze Silvano Niwas, con l’innalzamento della pavimentazione di 80 centimetri sopra il livello stradale, i disagi sono contenuti. Anzi, le bambine spesso si divertono a ballare sotto la pioggia, un piacere favorito dalle temperature comunque alte. Così anche nella casa di campagna a Kalyan, dove ormai vivono stabilmente alcuni bambini e adolescenti.
L’ashram di Kalyan, di cui abbiamo raccontato più volte (clicca sul link), e dove ancora sono in corso lavori di ampliamento, è un luogo che durante la stagione monsonica cambia aspetto: gli spazi aperti si allagano, nonostante le aperture nel lungo muro di cinta e le nuove canalizzazioni, spesso l’acqua raggiunge i dieci centimetri per poi defluire, a dimostrazione che le migliorie apportate alla struttura danno buoni risultati.
I ragazzi (vedi video sotto), come le bambine a Vikhroli, danzano divertiti davanti al cellulare di Arun, il tuttofare e cuoco dell’ashram, che li riprende altrettanto divertito. E’ un bel momento di gioia che condividiamo con i nostri supporter.

In estate c’è un’altra occasione di festa per tutti gli ospiti della GSM: il compleanno del fondatore Peter Paul Raj, il 27 luglio. In Vj Ashram, a Vikhroli, si riuniscono tutti, bambine e bambini, adolescenti, gli ex ospiti della missione che in questi anni sono usciti e hanno costruito una loro famiglia. Si ha sempre la sensazione di assistere a un grande raduno tra parenti stretti.
Non mancano, come in tutte le feste canti e balli. Sotto una coreografia studiata dai bambini coordinati dalle ragazze più grandi. I colori squillano come le emozioni.

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Out There, il film che ha tra i protagonisti Peter Paul e la GSM, a Ischia per l’anteprima italiana

Girato nella primavera 2020, durante il primo lockdown, ripensato per tre anni, chiuso definitivamente dopo lunga postproduzione nel gennaio 2024, il docufilm di Alessandro Leone Out There, dopo i primi lusinghieri passaggi in diversi festival internazionali, arriva finalmente in Italia, in occasione dell’Ischia Global Festival (7-14 luglio) nella sezione Docu is Beautiful.
In programma domenica 14, il film sarà in streaming, e per 72 ore, sulla piattaforma Mymovies One cliccando qui.

Il film è costruito su una serie di videochiamate e filmati realizzati con un equipaggiamento di fortuna nel confine dell’abitazione dell’autore. Sono finestre aperte su piccoli mondi: la comunità della Good Samaritan Mission, i nipoti e gli studenti del regista. Lo sguardo dei bambini sull’emergenza sanitaria, le angosce alimentate dal flusso di informazioni, si alternano alla cruda realtà dello slum e dei pochi superstiti in cerca di cibo nelle strade innaturalmente vuote ai margini delle stazioni nel cuore della megalopoli, dove non c’è più traccia di centinaia di street children.
Nato in emergenza – fatto di volti, voci, bambini e preadolescenti all’epoca mai ascoltati, dimenticati dall’informazione di massa
Out There è un film che racconta come il sentirsi vulnerabili possa spingere da un lato a cercare riparo e al tempo stesso a riparare qualcosa che si lacera.

Premiato in diversi festival internazionali – Miglior film per ragazzi al Bridge Fest di Vancouver; Miglior documentario al Tabriz Cinema Award in Iran e al David Film Festival in Turchia; Miglior montaggio al Tietê International Film Awards di San Paolo in Brasile (e finalista nell’evento finale di dicembre); Miglior film a tema pandemico al Washington DC International Cinema Festival (finalista anche qui all’evento di chiusura) – Out There ha ottenuto numerosi riconoscimenti proprio in India, il paese di Peter Paul Raj e della GSM (tra i protagonisti del docufilm). Dal Kerala al Tamil Nadu, da Calcutta allo stato del Maharashtra, che ha per capitale Mumbai, sono ben 14 i festival in cui il film è stato o sarà presentato in concorso nei prossimi mesi, aggiudicandosi fino ad ora altri sei premi.

Il prossimo evento sarà il 4 agosto, dove Out There verrà proiettato nella serata conclusiva del Roshani International Film Festival nella città di Aurangabad nel Maharashtra.

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Dalla GSM

A Kalyan lavori strutturali

A Kalyan, località poco fuori Mumbai, sede del Silvano Shanti Ashram, i lavori di ampliamento (vedi la news pubblicata nel giugno 2023) hanno creato i presupposti per ospitare molti altri bambini. L’idea di Peter Paul Raj è di arrivare a circa venti ragazzini di età compresa tra otto e sedici anni. Ricordiamo che un’ala della struttura ospita dal 2004 anche uomini adulti affetti da diverse patologie, persone senza famiglia e che gli ospedali locali non possono curare.

In primavera sono giunti a compimento anche i lavori iniziati i primi di gennaio e che prevedevano la cinta muraria in mattoni; canaline che avranno il compito di far defluire le acque abbondanti che hanno cominciato a riversarsi in queste settimane, inaugurando la stagione monsonica; una cisterna che convoglierà l’acqua piovana da utilizzare per l’irrigazione dei campi durante la stagione secca.

Di seguito alcune immagini scattate da un nostro volontario in visita a fine gennaio

Nel filmato che segue, inviato qualche giorno fa da Sangeeta, donna che da venticinque anni affianca Peter Paul in Good Samaritan Mission, possiamo apprezzare il clima disteso che si respira nell’ashram a Kalyan, lontano dal caos del quartiere di Vikhroli, dove sono nate le prime case della GSM. Sangeeta ci indica alcuni degli spazi dell’ashram e alcune delle persone che giornalmente lavorano per i malati e i bambini ospiti. In prossimità degli alberi di mango, non ancora finita, possiamo vedere lo scavo che ospiterà la cisterna; sullo sfondo il nuovo muro di cinta.
Il video è stato girato in una luminosa domenica mattina, giorno in cui abitualmente Peter Paul porta in questa casa di campagna alcune delle bambine che abitano la Silvano Niwas di Vikhroli.

Alessandro Leone

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Il Premio Sole d’Oro sorride a Frame Project

Il Natale si avvicina e anche il prossimo viaggio che porterà a Mumbai il nostro volontario Alessandro. Partenza 31 dicembre!

Il regalo più apprezzato arriva inaspettato dal CSV Insubria, che quest’anno ha assegnato il Premio Sole d’Oro per il volontariato ad Alessandro Leone, fondatore di Frame Project nel 2013, con Massimiliano Leone, Agnese Dal Chiele e Sabrina Verga, ovvero il primo Direttivo dell’Associazione.
Dopo dieci anni sono arrivati altri soci e lo stesso Direttivo si è allargato a Monica Battaglia, Maddalena Campello e Teresita Freddi. Ma soprattutto, la nostra ODV ha costruito sul territorio una rete di aiuti a supporto dell’attività di Peter Paul Raj in GSM.
Una costruzione per nulla semplice, ma alimentata da entusiasmo e dalla certezza di operare nel verso giusto e con obiettivi precisi: aiutare quanti più minori possibili a uscire dall’inferno delle stazioni e delle strade delle slum-area di Mumbai, per riscrivere un percorso di vita che pareva segnato alla nascita.
A tutte queste persone che ci affiancano come autentici compagni di viaggio dedichiamo il Premio e con loro condividiamo le nostre emozioni.

La cerimonia si è tenuta nella cornice del Salone Estense del Comune di Varese e ha visto altri volontari premiati per il loro impegno in ambiti diversi. Qualcuno ha trovato sorprendente la presenza di tanti giovani operatori del terzo settore. A noi invece stupisce poco, perché la stessa Frame è nata dall’iniziativa di individui di età diversa, ma accomunati da una sensibilità comune.
Sono tante le iniziative che l’Associazione ha potuto concretizzare attraverso il supporto di ragazzi giovanissimi, basti pensare agli studenti di Cantello nel periodo del lockdown, un piccolo comune prossimo al confine svizzero. Questa è la ricchezza di ogni progettualità: la possibilità di mettere vicine persone di età ed estrazione diversa con lo scopo di riparare, ognuno con le proprie possibilità, alle fratture sociali che, non solo a Mumbai (ma in questo momento e lì che ci stiamo concentrando), oltraggiano l’infanzia e mettono in pericolo i diritti fondamentali dei minori.

A Mumbai, in Good Samaritan Mission, i tempi sono difficili, nonostante l’India sia un’economia in crescita. L’allargamento di una struttura di accoglienza ha inciso tantissimo sulle spese già alte di gestione delle case e dei circa 80 ospiti (parliamo di 50.000 euro annui, tra spese scolastiche, mediche, quelle legate alle utenze, i pasti, le ristrutturazioni delle case, ecc.); il costo della vita si è impennato anche in quelle aree del mondo.
Pensare ai percorsi virtuosi dei bambini ospitati in questi anni è motivo di orgoglio, ma non mitiga l’amarezza di fronte alla maggioranza in attesa di un’occasione per uscire dalla triste realtà delle strade.

L’auspicio è che il Sole d’Oro che ha riconosciuto l’impegno di questi anni sia il viatico all’ampliamento della rete territoriale di aiuti e condivisione della nostra mission.

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A Peter Paul Raj il Mother Teresa International Award 2023

Lo aveva annunciato a luglio Peter Paul Raj, girandoci una lettera che gli era stata recapitata da New Delhi, dall’International Institute of Education & Management, e che notificava l’assegnazione di un prestigioso riconoscimento alla sua attività caritatevole al servizio dei poveri e dei bambini provenienti dagli slum e dagli snodi ferroviari di Mumbai.

Partito a fine settembre per la capitale indiana, il giorno 30, nel corso del seminario intitolato Education & Socio-Economic Development, il missionario fondatore della Good Samaritan Mission, ha ricevuto il Mother Teresa International Award 2023 e la Mother Teresa Gold Medal per – questa la motivazione – gli eccezionali risultati e lo straordinario ruolo nel campo dell’istruzione.

È un premio che riempie di orgoglio anche noi, che con Frame Project supportiamo il lavoro di Peter Paul e di chi lo affianca nelle case di accoglienza per bambini a Mumbai, nel quartiere di Vikhroli, a Kalyan, in Andra Pradesh, in Tamil Nadu. Un’associazione di volontariato, la nostra, che dieci anni fa ha sposato valori e finalità di Peter e ogni piccolo passo che ha permesso alla Good Samaritan Mission di crescere e di progettare percorsi che trasformano la vita di minori nati in zone svantaggiate, dove è difficile, se non impossibile, soddisfare i bisogni primari e i diritti sanciti dalla Convenzione ONU per tutelare l’infanzia.

Peter Paul Raj, originario del Tamil Nadu, nato in un paese all’estremo sud dell’India, consolidò la sua vocazione missionaria in età giovanile proprio a fianco di Madre Teresa, per poi “prestare servizio” partendo dalle strade affollate e pericolose di Mumbai, città di venti milioni di abitanti censiti, dove un numero imprecisato di bambini sopravvive sotto la soglia di povertà, senza tutele, in un dedalo di strade dove la violenza è all’ordine del giorno e l’istruzione un miraggio.

La Good Samaritan Mission da quasi trent’anni accoglie orfani e bambini scarsamente protetti dai genitori (disoccupati, prostitute, alcolizzati, semplicemente malati, spesso senza fissa dimora), avviandoli agli studi, viatico per una vita lontana dalle strazianti condizioni che hanno caratterizzato i primi anni delle loro fragili esistenze.
L’educazione prima di tutto, se possibile, frequentare la scuola almeno fino al dodicesimo anno standard (che equivarrebbe al nostro diploma), in alcuni casi, non è così raro, fino al quindicesimo, ovvero gli anni del college. Diplomi e lauree che specializzano e diventano garanzia di lavoro, di gratificazione, di affrancamento da quell’idea di marginalizzazione e sfruttamento che ancora segna la stragrande maggioranza della popolazione infantile dell’India e non solo.
L’impegno di Peter Paul e di tutta la Good Samaritan Mission è profuso per allargare il più possibile le strutture, per crearne di nuove, con progettualità che, attraverso risorse e aiuti di varia natura, possano ambire all’autonomia con il pensiero potente del singolo a servizio della comunità e una comunità a supporto del singolo. In India, in Italia, noi con loro.

Ancora complimenti a Peter Paul da tutti gli amici italiani che ne condividono l’impegno caritatevole e l’opera missionaria.

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GSM, la famiglia si allarga

Il 28 luglio è arrivata la notizia che tanto attendevamo, noi dall’Italia, ma soprattutto la grande famiglia della Good Samaritan Mission.
Ancora erano vive le emozioni per i festeggiamenti del 66mo compleanno di Br. Peter Paul, quando in mattinata Pooja Panchal ha partorito il suo primogenito, frutto dell’amore profondo che la lega da anni a Sonu D’Costa.

I due, in GSM sin dalla tenera infanzia (Pooja vi era entrata con la sorella maggiore Manisha), si erano fidanzati in adolescenza, per poi sposarsi nel 2019, in coincidenza con la celebrazione dei 25 anni dalla fondazione della GSM. Era il 27 maggio e a sposarsi non erano i soli: c’era un’altra coppia cresciuta in missione, quella composta da Pooja Nayak e Vikas Gowda, il figlio minore di mami Sangeeta, da sempre indispensabile figura di supporto per Peter Paul.

Se Vikas e Pooja sono genitori da tempo, dal 20 dicembre del 2021 (ne parlammo in questo articolo), l’esperienza tocca adesso a questa coppia di poco più giovane. Altre ragazze e altri ragazzi, dopo aver vissuto in missione per anni, essersi formati nelle scuole di Vikhroli (il quartiere di Mumbai che ospita le strutture di accoglienza), sono poi riusciti a trovare lavoro, rendersi indipendenti e fare famiglia, testimoni dell’opera di Peter Paul Raj, che quasi tre decenni fa decise senza supporti economici e privo di una rete sociale di fondare la missione in un luogo sconosciuto (ricordiamo che il missionario è originario del Tamil Nadu e ha passato diversi anni a Calcutta con Madre Teresa).
Se possibile però. quando le relazioni nascono tra le mura delle case, definendo i margini dinamici di una famiglia larga, dove i bambini si ritrovano come fratelli e sorelle, per poi condividere il percorso di vita con tutta la GSM, allora possiamo parlare di adozioni reciproche, di legami non forzati, quindi di un luogo generativo.

Questa è l’idea che ci siamo fatti in questi anni dopo numerosi viaggi. Viaggi che da subito si sono trasformati in esperienza partecipativa, non contemplativa diremmo. Nemmeno esclusivamente volta alla rilevazione dei bisogni primari, a fatica soddisfatti, e alla conseguente raccolta di denaro (e non ringrazieremo mai abbastanza chi ci aiuta). Nel tempo sono stati assottigliati i confini culturali e minimizzate le distanze geografiche. Per questo motivo la nascita del piccolino di Pooja e Sonu ha significati profondi, ha l’aspetto di un miracolo quotidiano che trova manifestazione concreta, testimonianza diretta di come accogliere bambini destinati alla violenza delle strade della megalopoli, cambi la storia personale quasi sempre in meglio.

Sono ormai tanti gli italiani che hanno costruito convergenze con la GSM, rendendo più concreto un aiuto che, quando diventa relazione (e oggi i social e la facilità dei voli aerei rendono tutto più semplice), è reciproco, come nelle amicizie vere, quando non conta cosa possiedi ma chi sei.

Per tutti coloro che volessero aiutarci a sostenere i tanti piccoli ospiti che abitano la Good Samaritan Mission, rimando alla pagina dedicata.

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A Kalyan una nuova casa per i bambini della GSM

A 34 km da Vikhroli, il quartiere di Mumbai dove hanno sede le case storiche della Good Samaritan Mission, circa vent’anni fa nasceva l’ashram di Kalyan, una casa che, a due passi dal Ulhas River, ha ospitato soprattutto adulti con gravi disabilità. Immersa nella natura rigogliosa, la casa negli ultimi anni aveva subito l’erosione delle piogge e dell’umidità.

Nonostante l’emergenza Covid, un grande sforzo economico da parte di Peter Paul Raj, supportato da noi di Frame Project e altri donatori italiani, ha permesso di rivedere il progetto e trasformare l’ashram in un bellissimo luogo dove ospitare non solo persone in difficoltà, ma anche bambini del circondario che vivono in condizioni disperate, proprio come nelle case di Vikhroli.

Il primo agosto, a lavori quasi ultimati, la casa Eugenio Ashram, intitolata a uno dei supporter storici di Peter Paul recentemente scomparso, è stata inaugurata.

Per l’occasione, agli ospiti che vivranno nella Home for Street Children si sono uniti anche alcuni dei ragazzi che da anni vivono a Vikhroli e che adesso aiutano Peter, Sangeeta e gli altri adulti della GSM a concretizzare i progetti della missione.

La struttura non è ancora completa, mancano arredi, verrà ultimata la cappella e avviato un orto. Bisognerà poi far fronte alle spese non ancora onorate.
La nostra Frame Project ODV sarà impegnata in questi mesi a raccogliere una cifra che si aggira intorno ai 10.000 euro per poter aiutare Peter Paul a portare a termine il progetto così da accogliere altri bambini.

Quelle di seguito sono alcune delle immagini della bellissima giornata che ha aperto il mese di agosto.

Per capire come sostenerci clicca qui.

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Dalla GSM

Cronache dal nostro ultimo viaggio in GSM

UN QUARTIERE CHE CAMBIA VOLTO

Dopo tre anni Frame Project torna a Mumbai per ritrovare gli amici della Good Samaritan Mission. L’emergenza sanitaria causata dal Covid 19 aveva spezzato la cadenza annuale delle nostre visite, costringendoci in questo lungo periodo a semplici videochiamate con Peter Paul Raj (fondatore della GSM), Sangeeta, che da sempre lo affianca, e gli altri ospiti delle case situate nel quartiere di Vikhroli.

Naturalmente abbiamo trovato volti nuovi, bambini orfani o semi orfani che sono entrati in questi mesi nelle Street Children Houses, lontani dai pericoli degli slums o delle stazioni, dove spesso vivono in famiglie allargate, o adottati da donne indigenti. Abbiamo così conosciuto Isha, Prya, Shabana e tanti altri bambini dai vissuti spesso dolorosi.
L’impegno di Peter Paul in questi tre anni si è diviso – come già abbiamo raccontato – tra i bisogni interni e quelli delle tante famiglie che più di altre, nelle strade della megalopoli hanno subito le restrizioni seguite alla pandemia.

Eppure Mumbai si è fermata solo in apparenza. Anche durante il lockdown è andato avanti un progetto su larga scala di riqualificazione di alcune aree, tra cui quella di Vikhroli. Già durante la permanenza tra dicembre 2019 e gennaio 2020 erano cominciati gli scavi per alzare palazzi di più di venti piani nel cuore della slum-area, compreso l’isolato dove 15 anni prima era sorta la Mother House della GSM, ovvero la casa in cui vivevano i maschietti. Durante il lockdown della primavera 2020, Peter ci aveva mostrato in videochiamata il primo piano di un edificio che adesso sovrasta le altre case della missione (vedi video sotto).

Le bambine della GSM giocano davanti alla casa Silvano Niwas, i bambini davanti alla Bal Niwas. Sullo sfondo gli enormi edifici costruiti a ridosso delle case.

Stiamo descrivendo un cambiamento profondo non solo estetico, ma anche psicologico per chi vive il quartiere, le cui conseguenze non sono ipotizzabili. Parlando con chi vive a Vikhroli, mi sono accorto della difformità di guidizio in merito: c’è chi spera in una riqualificazione dell’intera area e chi invece parla di schiaffo alle persone più povere, che si ritroveranno un orizzonte trasformato da palazzi i cui appartamenti (in media quattro per piano) saranno abitati da famiglie benestanti. Significa dunque spazio sottratto per favorire chi ha un tenore di vita alto e non certo per creare opportunità di svolta per chi invece vive con salari miseri in baracche di fortuna o, senza lavoro, è costretto ad arrangiarsi per arrivare a sera.

Sono entrato proprio nel palazzo di ventitre piani che sorge dove un tempo c’era la Mother House. L’entrata ricorda la hall di un albergo stellato, gli interni sono raffinati, luminosi, il terrazzo è un’area aperta ai condomini attrezzata per fare ginnastica o rilassarsi guardando la skyline che al tramonto è suggestiva, nonostante la foschia da inquinamento. Eppure basta spostare lo sguardo per tornare nella miseria delle baracche, che presto non godranno nemmeno della luce solare, oscurate dalle ombre lunghe di questi big buildings.

C’è da dire che nelle megalopoli indiane, soprattutto a Mumbai questi scenari non sono nuovi. Le slum-area sono spesso integrate in un tessuto urbano vairegato, dove è possibile passare da un quartiere degradato a uno più signorile. Addirittura c’è chi già parla per Vikhroli di una nuova Bandra, uno dei quartieri più ricchi di Mumbai, dove vivono tra l’altro attori e cantanti di fama nazionale. Forse è prematuro, ma sicuramente la trasformazione è stata pianificata anni fa. Nel 2013 ricordo zone degradate, senza servizi e dove vivevano accampate tra montagne di rifiuti famiglie arrivate dalle zone rurali, improvvisamente sgomberate per far posto a terreni poi edificati o ad aree verdi. L’anno successivo trovai, con mia sorpresa, un bel parco ordinato e pulito dove al mattino presto era usuale vedere persone fare jogging prima di andare a lavoro e nel pomeriggio i bimbi giocare su altalene, giostrine e scivoli.

Rahul, un ragazzo di diciannove anni che sta per terminare il college e che vive in GSM da quando di anni ne aveva sette, ci ha argutamente fatto capire che questi edifici di lusso non fanno altro che amplificare desideri che la maggior parte delle persone di Vikhroli non potrà mai realizzare, causando ulteriore frustrazione e rabbia; al tempo stesso – ci dice – potrebbero spronare i più giovani ad alzare le ambizioni attraverso un virtuoso percorso di studi, così da trovare un impiego remunerativo e svoltare finalmente verso un futuro lontano dalle umiliazioni della povertà.

Alessandro Leone