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Dalla GSM

Gennaio 2025. Cronache di viaggio 1

Da pochi giorni siamo arrivati in Good Samaritan Mission (GSM). Quest’anno con me ci sono Astrid, una nuova volontaria, e Dora, rappresentante del Gruppo Aleimar, associazione di Melzo che è stata tra le prime a sostenere l’opera di Peter Paul Raj a Mumbai.

L’impatto con Vikhroli, area metropolitana in cui ha sede la GSM, è più disorientante del solito. Il quartiere, che potremmo ormai definire una città nella città, è cresciuto ancora, soprattutto in altezza (vedi qui). I nuovi edifici di 40 piani adesso fanno ombra su quelli di 25, che già avevano modificato la skyline e ridotto l’esposizione al sole delle piccole abitazioni monofamiliari. Gli slums, che fino a qualche anno fa occupavano la quasi totalità della superficie, attraversati da anguste viuzze e separati in agglomerati da poche arterie trafficate e colorate da banchi frutta, chioschi e modesti negozietti, adesso appaiono come scarabocchi confusi nella prepotente verticalità della città che sale. È un conflitto estetico che attraversa l’occhio per arrivare al cervello. La sensazione di trovarsi di fronte a un cantiere in perenne evoluzione, ma che ha come unico scopo quello di modificare per sempre topografia e profilo sociale di Vikhroli, si trasforma in certezza dopo mezza giornata di osservazione e le prime spese al mercato rionale.
I ragazzi che vivono in missione, e poi Sangeeta, che da anni è una delle colonne della GSM, ci spiegano come la trasformazione voluta dal governo e finanziata da grandi corporazioni stia facendo selezione. Intere famiglie negli ultimi anni si sono spostate; il costo della vita, a cominciare dalle spese minute, sta diventando insostenibile. Crescono così altre aree slum più periferiche, per azione della pressione esercitata dal nuovo cemento che occupa quasi interamente il cuore di Vikhroli. Una riqualificazione che squalifica ancora una volta i più poveri, ridotti a spettatori del “miracolo indiano”, esclusi da beni e servizi non accessibili se non in rari casi.
La GSM sarà nuovamente interessata dalla trasformazione in corso, poiché dopo l’abbattimento della storica Mother House, quest’anno sarà il turno della Bal Niwas, casa che ad oggi ospita 13 bambini e gestita da Payel e Anand, cresciuti in missione e coniugi da un decennio. La casa, che qualche anno fa volevamo ristrutturare dalle fondamenta, come la Silvano Niwas nel 2018, è stata solo parzialmente sottoposta a pochi lavori di mantenimento, dato che ad aprile i suoi ospiti dovranno lasciare l’edificio: arriveranno le ruspe e l’intero isolato verrà demolito, nel giro di due anni sorgerà un nuovo palazzo di 30 piani.
Alle missione verranno garantiti 4 appartamenti del primo piano, similmente a quanto accadde dopo la perdita della Mother House. I bambini troveranno temporanea sistemazione presso le altre strutture della GSM: qualcuno a Vikhroli, i più grandi nella casa di Kalyan, nell’estrema periferia a nord-est, a circa un’ora di strada.

Alessandro Leone

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Dalla GSM

GSM, la famiglia si allarga

Il 28 luglio è arrivata la notizia che tanto attendevamo, noi dall’Italia, ma soprattutto la grande famiglia della Good Samaritan Mission.
Ancora erano vive le emozioni per i festeggiamenti del 66mo compleanno di Br. Peter Paul, quando in mattinata Pooja Panchal ha partorito il suo primogenito, frutto dell’amore profondo che la lega da anni a Sonu D’Costa.

I due, in GSM sin dalla tenera infanzia (Pooja vi era entrata con la sorella maggiore Manisha), si erano fidanzati in adolescenza, per poi sposarsi nel 2019, in coincidenza con la celebrazione dei 25 anni dalla fondazione della GSM. Era il 27 maggio e a sposarsi non erano i soli: c’era un’altra coppia cresciuta in missione, quella composta da Pooja Nayak e Vikas Gowda, il figlio minore di mami Sangeeta, da sempre indispensabile figura di supporto per Peter Paul.

Se Vikas e Pooja sono genitori da tempo, dal 20 dicembre del 2021 (ne parlammo in questo articolo), l’esperienza tocca adesso a questa coppia di poco più giovane. Altre ragazze e altri ragazzi, dopo aver vissuto in missione per anni, essersi formati nelle scuole di Vikhroli (il quartiere di Mumbai che ospita le strutture di accoglienza), sono poi riusciti a trovare lavoro, rendersi indipendenti e fare famiglia, testimoni dell’opera di Peter Paul Raj, che quasi tre decenni fa decise senza supporti economici e privo di una rete sociale di fondare la missione in un luogo sconosciuto (ricordiamo che il missionario è originario del Tamil Nadu e ha passato diversi anni a Calcutta con Madre Teresa).
Se possibile però. quando le relazioni nascono tra le mura delle case, definendo i margini dinamici di una famiglia larga, dove i bambini si ritrovano come fratelli e sorelle, per poi condividere il percorso di vita con tutta la GSM, allora possiamo parlare di adozioni reciproche, di legami non forzati, quindi di un luogo generativo.

Questa è l’idea che ci siamo fatti in questi anni dopo numerosi viaggi. Viaggi che da subito si sono trasformati in esperienza partecipativa, non contemplativa diremmo. Nemmeno esclusivamente volta alla rilevazione dei bisogni primari, a fatica soddisfatti, e alla conseguente raccolta di denaro (e non ringrazieremo mai abbastanza chi ci aiuta). Nel tempo sono stati assottigliati i confini culturali e minimizzate le distanze geografiche. Per questo motivo la nascita del piccolino di Pooja e Sonu ha significati profondi, ha l’aspetto di un miracolo quotidiano che trova manifestazione concreta, testimonianza diretta di come accogliere bambini destinati alla violenza delle strade della megalopoli, cambi la storia personale quasi sempre in meglio.

Sono ormai tanti gli italiani che hanno costruito convergenze con la GSM, rendendo più concreto un aiuto che, quando diventa relazione (e oggi i social e la facilità dei voli aerei rendono tutto più semplice), è reciproco, come nelle amicizie vere, quando non conta cosa possiedi ma chi sei.

Per tutti coloro che volessero aiutarci a sostenere i tanti piccoli ospiti che abitano la Good Samaritan Mission, rimando alla pagina dedicata.